sabato 17 luglio 2021

Vuoi praticare Bullshit Karate o vero Karate?

 



(...) Persino ad Okinawa ci sono molti che praticano il Karate Sportivo – io lo chiamo bullshit Karate – tutti li conoscono. Credo però che qui negli Stati Uniti, il bullshit Karate sia molto più diffuso… Probabilmente perché siete così tanti. Anche qui vedo studenti dei miei stessi allievi praticare questo tipo di Karate. Il bullshit Karate è ovunque, qui in America e anche nel mio paese, Okinawa.

Ma sediamoci per un momento e continuiamo il nostro discorso a proposito del Budo Karate e del Karate Sportivo. Quest’ultimo è amato da molti studenti, che talvolta capita mi chiedano quale sia la mia opinione in merito a questo stile e alla loro pratica. Io dico loro che il Karate Sportivo è bullshit Karate e a questa risposta non tornano più a pormi la stessa domanda. Questo va bene… Se non vogliono sentire la verità.

Nel bullshit Karate tutto ciò che conta è vincere… Per esempio, gare e campionati. Ma non tutti possono vincere. Così i vincitori sono i campioni mentre gli altri… Gli altri sono perdenti perché non hanno vinto. [Quando faccio questo ragionamento] i praticanti di Karate Sportivo vengono da me e mi dicono che dato che loro non sono campioni, allora devono essere perdenti, capite? Queste persone trovano scuse su scuse e dicono che non comprendo lo sport. Ma alla fine, il campione resta il campione e tutti gli altri [secondo la logica del Karate Sportivo] sono i perdenti. In che altro modo vorreste chiamarli?

Vincere e rendere gli altri dei perdenti… Per me è questa la vera essenza del bullshit Karate. Nel Budo Karate ci si allena tutti per diventare persone migliori. L’unica competizione è quella con sé stessi. In questo modo, tutti combattono per essere vincitori e campioni. Tutti si sforzano e combattono per essere persone migliori… Questo è un obiettivo ben più alto del voler vincere un semplice trofeo di latta. Ci sarà chi avrà da ridire su questo, ma va bene così… Che continuino a praticare bullshit Karate ma per me, c’è solo il Budo Karate. Se vengono a mostrarmi il loro bullshit Karate io dico loro che va bene… Va bene per loro, ma non è vero Karate e non fa per me.

Per me questo è un punto di fondamentale importanza. Non posso costringere le persone ad accettare la mia verità, posso solo mostrargliela e lasciare poi che siano loro a decidere se seguirla oppure no. Indipendentemente dalla direzione che prenderanno, io continuerò a praticare Budo Karate! (...)


(...)le persone devono comprendere che il Karate è per la vita… Perciò, non abbiate fretta. Se vi ci vuole parecchio tempo per apprendere un Kata o per padroneggiare una certa tecnica, non ci sono problemi. Ciò che realmente conta, è il fatto che vi stiate allenando. Molti dicono che è difficile e allora diventa facile mollare.

Sono in molti a mollare nel Karate. Li puoi incontrare facilmente ovunque. “Io ho fatto Karate”. “Conosco un po’ di Karate”. “Io ero una cintura bianca, una cintura marrone o una cintura nera…”. Ora, tutte queste persone non si allenano più, tuttavia hanno una loro opinione su quello che dovrebbe essere “buon Karate” e “cattivo Karate”. [Prestare loro attenzione] È come voler chiedere ad un perdente la sua opinione sul come essere un buon perdente. Come possono costoro esprimere giudizi, quando sanno poco o niente della disciplina del Karate o di quella del Budo o del concetto di nin (resistere/sopportare/tenere duro). (...)

Talvolta, la pratica del Karate può dirsi un allenamento da tigri o un allenamento da pecore. Se ci si allena come una tigre – lavorando duramente e condizionando il proprio corpo – sarà sempre possibile allenarsi con altre tigri. Esse ci riconosceranno ovunque e ci si potrà muovere fra di loro in pace. Le tigri sanno che quando due di loro combattono, una è destinata a morire oggi mentre l’altra morirà il giorno seguente a causa delle ferite riportate nel combattimento. Sanno che combattendo fra di loro andrebbero incontro alla morte, perciò non hanno nulla da dimostrare.

Se ci si allena come una pecora – senza contatto, né condizionamento – allora ci si potrà allenare unicamente con altre pecore. Una tigre può allenarsi sia con le tigri, sia con le pecore, deve solo fare attenzione a non ferirle. Una pecora, invece, non può allenarsi con le tigri. La pecora vede le tigri come esseri pericolosi e pensa che il loro condizionamento non sia salutare e che porti anzi, una sorta di cancro. Una pecora che si allena con le tigri è destinata ad essere sbranata.

A volte s’incontra una pecora che riesce a riconoscere la verità dietro l’allenamento della tigri e così cambia. Questa pecora, in realtà, non era altro che una tigre inconsapevolmente travestita da pecora che aspettava solo il momento per uscire allo scoperto.

Osserva le persone allenarsi. Guarda attentamente come si muovono e come si comportano. Una tigre può sembrare un gattino ma è pericolosa anche quando appare amichevole, è calma e non le sfugge niente. Ascolta e osserva; è consapevole di chi è e non ha niente da dimostrare; è in pace.

Le pecore, al contrario, fanno ogni tipo di rumore e vogliono essere sentite. Si muovono intorno in cerca di attenzione. Sono facili da ferire e da spaventare. Cercano sempre di fare gruppo fra di loro per sentirsi protette. Quando il pericolo incombe cercano protezione nel gruppo perché non sono in grado di difendersi da sole. Esse sono facili prede per le tigri. Da sola oppure in gruppo, una pecora rimane sempre una pecora.

 

Ryuko Tomoyose Sensei

da un’intervista del 1991
















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