Il Sesto Patriarca, Hui Neng, ha detto:
"Dimorare nella vacuità e mantenere una mente calma non è zazen".
Inoltre, "Lo Zen non è limitarsi a starsene seduti a gambe
incrociate".
Vi confonderà, questo, se non capite che cos'è la nostra pratica e vi attaccate alle parole; ma se capite che cos'è il vero Zen, sapete anche che le parole dei Patriarchi intendono, in un certo senso, metterci in guardia.
[...] Se avete praticato il vero zazen sarete felici di tornare alla vita quotidiana, ma se provate qualche esitazione vuol dire che siete ancora attaccati allo zazen. Per questo il Sesto patriarca ha detto: " Se dimorate nella vacuità e vi attaccate alla pratica, quello non è vero zazen".
Quando praticate zazen, attimo dopo attimo, accettate quello che già avete ora, in questo momento, e siete soddisfatti di quello che fate. E' sufficiente che lo accettiate senza avere nulla da recriminare. Quello è zazen. Anche se non ci riuscite sapete cosa fare, quindi sedervi in zazen vi spinge a fare anche altre cose. Proprio come accettare il male alle gambe mentre sedete in meditazione, accettate la vita di tutti i giorni anche se potrebbe essere molto più difficile che non praticare lo zazen.
Se riuscite ad assaggiare il sapore della vera pratica [...] e poi tornare alla vostra vita attiva e indaffarata senza perdere il sapore ella pratica, questo vi sarà di grande aiuto. Anche se è difficile, anche se siete molto occupati, porterete sempre nella mente il sapore della calma, non perchè ci siete attaccati ma perchè l'avete goduto. [...]
Può darsi che crediate di avere raggiunto l'illuminazione, ma se siete occupati o presi in qualche difficoltà e pensate di doverla sperimentare di nuovo, quella non era vera illuminazione: è un qualcosa a cui vi state attaccando. [...] L'illuminazione non è qualcosa che potete incontrare dietro appuntamento. Se organizzate la vostra vita, non ci sarà bisogno di prendere appuntamento: lei si presenterà all'angolo di strada dove la incontrate sempre. La nostra Via è fatta così. E' una stupidaggine.
E' così che si raggiungere l'illuminazione. Non c'è niente da ridere. Sto parlando di una cosa reale. Non prendere appuntamenti significa non aspettarsi l'illuminazione, non attaccarvisi.
Quando siete mossi dall'illuminazione vi basta anche solo vederla, anche un'occhiata sola, per essere felici tutto il giorno. Se pretenderete troppo da lei significa già che siete attaccati all'illuminazione.
"Limitarsi a dimorare nella vacuità non è vera pratica". "Senza dimorare nel nulla, si ha la vera mente". Se vi attaccate a qualcosa, dunque, perderete la vostra illuminazione.
Anche se fate di tutto per ottenere un appuntamento, non funziona.
Vi confonderà, questo, se non capite che cos'è la nostra pratica e vi attaccate alle parole; ma se capite che cos'è il vero Zen, sapete anche che le parole dei Patriarchi intendono, in un certo senso, metterci in guardia.
[...] Se avete praticato il vero zazen sarete felici di tornare alla vita quotidiana, ma se provate qualche esitazione vuol dire che siete ancora attaccati allo zazen. Per questo il Sesto patriarca ha detto: " Se dimorate nella vacuità e vi attaccate alla pratica, quello non è vero zazen".
Quando praticate zazen, attimo dopo attimo, accettate quello che già avete ora, in questo momento, e siete soddisfatti di quello che fate. E' sufficiente che lo accettiate senza avere nulla da recriminare. Quello è zazen. Anche se non ci riuscite sapete cosa fare, quindi sedervi in zazen vi spinge a fare anche altre cose. Proprio come accettare il male alle gambe mentre sedete in meditazione, accettate la vita di tutti i giorni anche se potrebbe essere molto più difficile che non praticare lo zazen.
Se riuscite ad assaggiare il sapore della vera pratica [...] e poi tornare alla vostra vita attiva e indaffarata senza perdere il sapore ella pratica, questo vi sarà di grande aiuto. Anche se è difficile, anche se siete molto occupati, porterete sempre nella mente il sapore della calma, non perchè ci siete attaccati ma perchè l'avete goduto. [...]
Può darsi che crediate di avere raggiunto l'illuminazione, ma se siete occupati o presi in qualche difficoltà e pensate di doverla sperimentare di nuovo, quella non era vera illuminazione: è un qualcosa a cui vi state attaccando. [...] L'illuminazione non è qualcosa che potete incontrare dietro appuntamento. Se organizzate la vostra vita, non ci sarà bisogno di prendere appuntamento: lei si presenterà all'angolo di strada dove la incontrate sempre. La nostra Via è fatta così. E' una stupidaggine.
E' così che si raggiungere l'illuminazione. Non c'è niente da ridere. Sto parlando di una cosa reale. Non prendere appuntamenti significa non aspettarsi l'illuminazione, non attaccarvisi.
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"Limitarsi a dimorare nella vacuità non è vera pratica". "Senza dimorare nel nulla, si ha la vera mente". Se vi attaccate a qualcosa, dunque, perderete la vostra illuminazione.
Anche se fate di tutto per ottenere un appuntamento, non funziona.
Shunryu Suzuki Roshi
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© Tora Kan Dōjō
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