Ciò che chiamiamo "io" è soltanto una porta che si apre e si chiude quando inspiriamo ed espiriamo. (da Mente Zen - Mente di principiante di Shunryu Suzuki-roshi Ubaldini Editore - Roma.)

Quando
dunque facciamo zazen, l’unica cosa che esiste è il movimento del respiro; noi
però siamo consapevoli di tale movimento. Non dovete distrarvi, lasciarvi
trasportare altrove dai pensieri. Però essere consapevoli del movimento non
significa essere consapevoli del proprio piccolo sé, bensì della propria natura
universale o natura di Buddha. Questo tipo di consapevolezza è molto
importante, perché di solito siamo troppo unilaterali. Di solito il nostro modo
di intendere la vita è dualistico: tu e io, questo e quello, bene e male. Ma in
effetti queste discriminazioni sono esse stesse la consapevolezza dell’esistenza
universale. “Tu” significa essere consapevoli dell’universo in forma di tu, e “io”
significa esserne consapevoli in forma di io. Tu e io sono soltanto porte che
si aprono e si chiudono. Questo genere di comprensione è necessario. Non si
dovrebbe nemmeno chiamare comprensione; in effetti si tratta della vera
esperienza della vita attraverso la pratica Zen.
Quando
dunque fate zazen, non c’è alcuna idea di tempo e di spazio. Potreste dire: “Abbiamo
cominciato a sedere in meditazione alle sei meno un quarto in questa stanza”.
In tal modo avete una certa idea di tempo (le sei meno un quarto) e una certa
idea di spazio (in questa stanza). Ma ciò che state effettivamente facendo è
semplicemente star seduti e essere consapevoli dell’attività universale. Questo
è tutto. In questo momento la porta che si apre e si chiude si spalncherà nella
direzione opposta. Un momento dopo l’altro ciascuno di noi ripete questa
attività. Qui non c’è alcuna idea di tempo o di spazio. Tempo e spazio sono
tutt’uno. Potreste dire: “Devo fare qualcosa questo pomeriggio”. Ma in realtà “questo
pomeriggio” non esiste affatto. Facciamo le cose una dopo l’altra. Tutto qui.
Non esiste affatto un tempo del tipo: “questo pomeriggio” o “l’una” o “le due”.
All’una pranzerete. Pranzare di per sé è l’una. Vi troverete in un determinato
luogo, ma quel luogo non è scindibile dall’una. Per chi realmente apprezza la
vita, si tratta della stessa cosa. Ma se ci stanchiamo della vita, può darsi
che ci mettiamo a dire: “Non sarei dovuto venire in questo luogo. Forse avrei
fatto meglio ad andare a pranzo da qualche altra parte. Questo posto non va
molto bene”. Nella vostra mente create un’idea di luogo separata da un tempo
reale.

Quando
diventiamo noi stessi in modo autentico, diventiamo semplicemente una porta che
si apre e si chiude, e siamo nettamente indipendenti e, nello stesso tempo, dipendenti
da ogni cosa. Senza aria non possiamo respirare. Ciascuno di noi si trova nel
mezzo di miriadi di mondi. Siamo sempre al centro del mondo, attimo per attimo.
Perciò siamo completamente dipendenti e indipendenti. Se avete questo tipo di
esperienza, questo tipo di esistenza, avete l’assoluta indipendenza; niente più
vi disturberà. Dunque, quando fate zazen, la mente deve concentrarsi sul
respiro. Questo tipo di attività è l’attività fondamentale dell’essere
universale. Senza questa esperienza, senza questa pratica, è impossibile
raggiungere la libertà assoluta.
da Mente Zen - Mente di principiante di Shunryu Suzuki-roshi Ubaldini Editore - Roma.
da Mente Zen - Mente di principiante di Shunryu Suzuki-roshi Ubaldini Editore - Roma.
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