Che
fare dunque? Se vuoi vivere, permetti anche la morte.
La
morte non è qualcosa che succede alla fine della vita; è un processo.
Hai
cominciato a morire il giorno in cui sei nato.
Non
ci sono la vita da una parte e la morte dall’altra, la vita adesso e la morte
in futuro, no. Non le puoi dividere, vanno insieme, è inevitabile.
La
vita è morte: nel giorno in cui sei nato, in quello stesso giorno hai
cominciato a morire. E se eviti la morte, eviti anche la vita. Inspiri, è la
vita; espiri, è la morte. La mattina ti alzi, è la vita; la sera vai a dormire,
è la morte. Lavori, agisci, è la vita; ti rilassi, è la morte. È un processo
continuo, è presente in ogni momento.
E
se eviti la morte eviterai anche la vita. Se non vuoi espirare profondamente,
quanto profondamente potrai inspirare? Se non ti vuoi rilassare, quanto attivo
potrai essere? Non avrai l’energia necessaria per farlo. Quando comprendi che
la vita implica la morte, che ogni atto di vita è anche un atto di morte, la
vita perde la sua seriosità, diventa puro divertimento, perché è seriosa a
causa della paura della morte. A causa di questa paura non puoi ridere a
crepapelle, non puoi godere la vita, non puoi fare niente. La morte è sempre
dietro l’angolo, simile a un’ombra nera che ti segue e non ti lascia fare
nulla. Così diventi serio, ti metti a pensare come diventare immortale, ti
metti alla ricerca dell’immortalità, del segreto dell’elisir di lunga vita.
Sono
tutte ricerche insulse, non sono ricerche autentiche. Non esistono elisir
chimici, alchemici, ambrosia, no. Il segreto sta nel vedere che vita e morte
sono un unico processo. Lo sono, sono un unico fenomeno. E allora non proverai
più paura, anzi, sarai grato alla morte perché la vita diventa possibile solo
grazie alla morte.
Attraverso
la morte tutto si rinnova. Osserva il fiore che è sbocciato stamattina… è
proprio accanto a una pietra. Stasera il fiore non ci sarà più, ma la pietra
sarà ancora lì, perché il fiore ha più vitalità della pietra. Cosa ti
piacerebbe? Essere simile alla pietra o simile al fiore? Come mai il fiore
muore tanto in fretta? Perché vive con intensità e la morte arriva in fretta,
non si attarda. Il fiore ha danzato sotto il cielo, si è goduto i raggi del
sole e la brezza, ha fatto tutto quel che andava fatto e la sera è pronto a
morire, senza una lacrima, senza piangere o lagnarsi. Il fiore è appagato, e
finalmente arriva il momento di riposare. E quando il riposo sarà terminato, il
fiore ritornerà, volta dopo volta…
La
vita è un eterno ritorno, la morte è solo un riposo.
Osho
Tratto
da ‘Lettere d’Amore all’Esistenza’ ed. Feltrinelli
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