(Versione in italiano
al termine di quella inglese)
“Sanchin is the
fundamental kata. Through practicing it, we can take a correct posture.
We can inhale and exhale correctly. We can adjust increasing or
decreasing our power harmoniously. We can develop a powerful physique
and a strong will of warrior. … We induce the interaction of mind and body from
the fundamental kata, Sanchin.”
Chōjun Miyagi, in “Historical Outline
of Karate-Do, Martial Arts of Ryukyu“
Posture, breathing and power… three battles.
Mind, body and spirit…
three battles.
Sanchin, three battles,
the fundamental kata.
The practice of
the Sanchin kata would seem to have little relevance to combat:
the slowness of the movements, the attention on diaphragmatic breathing, the
isotonic and isometric muscular movements… but we should think of Sanchin as
a form of kiko (vital energy exercise) that enables us to
generate ki and collect it in the tanden (mainly, for
combat purposes, in the seika tanden), to direct it to all the areas of
the body for offensive and defensive purposes, and to fuse it into muscles,
tendons, ligaments and bones.
The posture of body and
the mechanics of the movements (arms and legs) are the building blocks for
correct Sanchin practice, permitting a fluid ki-flow (ki no
nagare). This ki-flow is regulated and enhanced through our breathing,
always tanden kokyu, at different levels of interaction with the energy
channels, from fukushiki kokyu (abdominal breathing) to shoshyuten (small
circulation) to daishyuten (large circulation). Also the breath
holding, during the steps, is helpful in this ki-flow, acting as a charger
for the following circulations.
“The movements and the
posture of Sanchin are coordinated by a breathing method governed by
the mind. ‘Mind’ means the correct form of mental concentration. For example,
we should never transfer our daily preoccupations into our practice of Sanchin.
These problems and worries cause a relaxation of our muscles, whereas they
should be in a constant state of tension. Moreover, anxieties disturb the
rhythm of our breathing. The correct mental concentration that allows us to
avoid these problems is the very definition of heijo shin. The daily,
persistent, continual practice of Sanchin builds up the kind of
strong mental constitution that permits us to reach heijo shin.”
Morio Higaonna, in
“Okinawa Goju-Ryu karate-do”; Tokyo, Keibunsha, 1983
The Sanchin kata,
therefore, uses maximum muscular contractions to fuse the ki into the
muscles, tendons, ligaments and bones. But these muscular contractions follow
specific directions and qualities (isotonic and isometric) for different parts
of the body. Of particular note is that the muscular contractions of arms and
legs follow spiral directions, thus balancing the left and right side of the
body and upper arm / thigh with forearm / leg.
“Chōjun Miyagi believed
that karateka must understand the principle of spiraling as this was
the key to effective karate. This applied, he said, to all facets of karate and
all parts of the body; stances, techniques, the use of tanden, breathing,
all are united by spiraling to produce speed and power..” (cit. Morio
Higaonna Sensei)
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(Versione in italiano)
“Sanchin è il kata fondamentale.
Per mezzo della sua pratica, possiamo acquisire una postura corretta,
metodi per la respirazione corretti e gestire la nostra potenza in
maniera armoniosa. Promuove quindi uno spirito ed un fisico forti ed
induce l’integrazione tra corpo e mente.”
Chōjun Miyagi, in “Historical Outline
of Karate-Do, Martial Arts of Ryukyu“
Postura, respirazione, potenza… tre conflitti.
Corpo, mente, spirito…
tre conflitti.
Sanchin, tre
conflitti, kata fondamentale.
All’apparenza
l’esecuzione del Sanchin potrebbe sembrare di poca utilità pratica
vista nell’ottica di un contesto marziale. La lentezza dei movimenti, la
enfatizzazione della respirazione diaframmatica, la contrazione muscolare
isometrica ed isotonica sembrano tendere verso tutt’altre qualità rispetto a
quelle necessarie in una disciplina marziale di combattimento. Solamente
interpretando il Sanchin come una forma di kiko (lavoro
dell’energia) è possibile attribuire a questo kata un senso compiuto,
che permette la pratica e lo sviluppo del ki (energia vitale). La
pratica del Sanchin permette infatti lo sviluppo del ki,
l’accumulo dello stesso nel tanden (principalmente nel seika
tanden), il suo trasferimento dal tanden verso le varie zone corporee (sia
per scopi difensivi che offensivi) e la sua “fusione” con le ossa, i muscoli ed
i tendini.
La postura del corpo e
la dinamica dei movimenti (arti superiori ed inferiori in particolare) sono i
“mattoni” per la corretta pratica del Sanchin, abilitanti una fluida
circolazione del ki (ki no nagare). La circolazione del ki è
regolata ed incrementata dalla nostra respirazione, tanden kokyu, con
differenti livelli di coinvolgimento dei canali energetici, dalla respirazione
addominale, alla piccola e grande circolazione (fukushiki kokyu, shoshyuten, daishyuten).
Anche il trattenere il respiro durante i movimenti, mantenendo la corretta
postura e le contrazioni muscolari, è funzionale al ki no nagare, agendo
come una sorta di caricatore di energia.
“I movimenti e la
postura del Sanchin sono coordinati con il metodo di respirazione per
mezzo della mente. ‘Mente’ significa la corretta concentrazione mentale. Per
esempio, non dovremmo mai trasferire le preoccupazioni quotidiane nella pratica
del Sanchin. I problemi e le preoccupazioni causano un rilassamento dei
muscoli che invece dovrebbero essere tenuti costantemente in tensione. Inoltre
le preoccupazioni disturbano il ritmo della respirazione. La corretta
concentrazione mentale che permette di evitare questi problemi non è
nient’altro che l’heijo shin. La pratica quotidiana, continua, persistente
del Sanchin costruisce quella robusta costituzione mentale che ci
permette di raggiungere l’heijo shin.”
Morio Higaonna, in
“Okinawa Goju-Ryu karate-do”; Tokyo, Keibunsha, 1983
Nel kata Sanchin,
quindi, utilizziamo la contrazione muscolare massima, per fondere il ki nei
muscoli, nei legamenti, nei tendini e nelle ossa. E queste contrazioni
muscolari sono eseguite con specifiche direzioni e qualità (isometriche e
isotoniche) per le diverse parti del corpo. In particolare negli arti superiori
/ inferiori, le contrazioni muscolari inducono delle direzioni a spirale,
permettendo un bilanciamento tra le due lateralità del corpo e tra braccio /
coscia con avambraccio / gamba.
“Chōjun Miyagi era
convinto che la comprensione del principio delle spirali fosse la chiave per
un karate veramente efficace. Applicando il principio a tutti gli
aspetti del karate ed a tutte le parti del corpo; postura, tecniche,
l’utilizzo del tanden, respirazione, tutto unito da spirali per produrre
velocità e potenza..” (cit. Sensei Morio Higaonna)
© 2017, Roberto Ugolini
© Tora Kan Dōjō
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