sabato 2 giugno 2018

Giocare al Buddha


Pubblichiamo un articolo tratto da una lezione tenuta da Sensei Paolo Taigō Spongia presso il Tora Kan Dōjō durante la Pratica Zen. Le lezioni hanno un carattere colloquiale del quale tener conto durante la lettura.


Continuiamo la lettura ed il commento al Tai Taikō di Dōgen Zenji.
Troviamo scritto:
« Imitando il Buddha si diventa Buddha. Questo è molto importante. Qualche volta accontentiamoci di giocare come bambini ai Buddha. Questo gioco, inconsciamente, passo dopo passo, ci porterà esattamente ad essere come il Buddha. Non immaginate dei Buddha lontani nel tempo e nello spazio. Se non riuscite a vedere il Buddha nel vostro libro dei Sutra e in tutti gli oggetti che vi circondano come nelle azioni più banali, non lo troverete certo nelle immagini che lo raffigurano. Quindi fate uno sforzo: aprite gli occhi. »
Nell'Hagakure che, per chi non lo conoscesse, è un testo scritto da Yamamoto Tsunetomo, un Samurai che alla morte del proprio signore invece di fare seppuku si è ordinato Monaco Zen, troviamo scritto:
"Se mancate di coraggio imitate l'atteggiamento di una persona coraggiosa e a poco a poco finirete con l’avere coraggio".
Cosa significa questo?
Ad una lettura superficiale potrebbe apparire un'istigazione alla finzione, in realtà se si legge questa esortazione con gli occhi di chi ha l'esperienza della Pratica, si comprende chiaramente cosa l'Hagakure intenda insegnare. Si tratta di un Principio che equivale all’esortazione di ‘giocare al Buddha’.
Dōgen Zenji affermava: "Ci sediamo in Zazen nella postura del Buddha perchè il sigillo del Buddha si imprima nel nostro Corpo e Mente". Equivale a: "se mancate di coraggio imitate l'atteggiamento di una persona coraggiosa".
Quand'è che possiamo mancare di coraggio? di fronte alla difficoltà, di fronte a una situazione di incertezza, di rischio... e che cosa facciamo noi quando imitiamo qualcuno che ha coraggio non trovandolo in quel momento in noi stessi? Pur essendo confusi e spaventati, alziamo la testa, raddrizziamo la spina dorsale come in Zazen e guardiamo in faccia quel che accade per evocare il coraggio.

Cos'è questo se non il coraggio che ha trovato la sua espressione?
L'Hagakure ci tende una trappola, ci dice: "giocate a far finta di essere coraggiosi" ma in realtà ci sta portando ad essere realmente coraggiosi, perchè il coraggio non è altro che rimanere di fronte alla difficoltà e affrontarla a testa alta guardando avanti.
Non fuggire la difficoltà, non fuggire l'incertezza, non fuggire la paura.
Fare quel che siamo chiamati a fare a prescindere dal calcolo e dall’apparente convenienza.
Quindi se non ci fermiamo ad una lettura superficiale, ci rendiamo conto che è un'esortazione molto profonda e molto utile, e suggerisce il senso profondo della Pratica.
 Cos'è infatti la Pratica se non l'esercizio quotidiano del Nobile Ottuplice Sentiero che il Buddha ha insegnato ? Retta Azione, Retta Parola, Retto Pensiero, Retti Mezzi di Sostentamento, Retta Visione, Retto Sforzo, Retta Concentrazione, Retta Meditazione. E come la mettiamo in pratica? Attraverso, Gyōji, la Pratica continua, ‘imitando’ i gesti di un Buddha, l’azione nel dōjō e fuori di esso.
Ogni gesto nel dōjō richiama a quel tipo di atteggiamento. E quindi poco a poco plasmiamo il nostro corpo-mente a quel modo di muoverci, di agire, a quella qualità del pensiero. Né più e né meno come insegna l’Hagakure.
Quindi quando sediamo in Zazen, possiamo dire: sediamo imitando, giocando al Buddha.
E non a caso è usato il termine 'giocare', perché il gioco per un bambino è un’attività molto, molto seria. Se vedete un bimbo molto piccolo giocare è concentratissimo, può ripetere gli stessi gesti per ore. Io osservo la mia piccola Sasha. A volte, vuota un secchiello spostando gli oggetti, poi riempie di nuovo il secchiello con gli stessi oggetti, sta lì anche mezz’ora a fare gli stessi gesti, con una grande concentrazione. Non sbaglia un gesto, quello che lei ha deciso è il suo rituale che ha adottato per esplorare la realtà di quel momento e lo ripete fedelmente, con molta attenzione, guardando bene ogni oggetto... lo mette dentro, lo sposta. Mette tutta sé stessa in quel gesto.
Il gioco è una cosa molto seria. E nello stesso tempo c’è entusiasmo, c’è gioia... è il bambino che sceglie cosa fare, che sceglie la dinamica, quindi la vive gioiosamente. Tutto il contrario di come in genere noi viviamo il lavoro, lo studio, l’apprendimento in generale. Quindi questa esortazione significa 'sedete gioiosamente, non sedete come se doveste assolvere un compito per prendere un buon voto, una medaglietta. Sedete gioiosamente, come un bimbo che gioca’. Imitate il Buddha, giocate al Buddha. E se giocate al Buddha con entusiasmo, con gioia, con passione, allora tutta la vostra energia vi condurrà ad uno Zazen corretto, allo Zazen del Buddha e tra voi e il Buddha non ci sarà più alcuna distanza.

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