Mi capita di constatare spesso durante le lezioni
nel dojo o durante un gasshuku che alcuni praticanti, anche con una certa
esperienza, messi di fronte ad un esercizio piuttosto impegnativo fisicamente
in termini di resistenza (soprattutto psicologica) pensano di affrontare il
problema 'preservandosi' sin dall'inizio dal massimo sforzo, pensando forse di
poter poi attingere alle 'energie risparmiate' nel momento di maggiore
difficoltá.
Il
risultato di questo atteggiamento è l'anticipazione emotiva della difficoltá,
che viene cosí amplificata e affrontata con armi giá usurate condannandosi ad
una ben piú grande fatica e sofferenza.
La
nostra pratica é Shinken Shobu, combattere fino alla morte, spendersi senza
riserve, al 100% in ogni momento.Esprimere la massima energia, vitalitá,
entusiasmo... In ogni singolo gesto, sin dall'inizio.
Anche se si trattasse di ripetere migliaia di gedan
barai in shiko dachi (esperienza che molti di noi hanno condiviso), l'eseguire
ogni parata sin dalla prima con il massimo impegno mantenendo una posizione
bassa e solida permette all'energia di rigenerarsi e di evocare un'indomabile
spirito guerriero che ci sosterrá nei momenti di crisi.
Più
ci si spende senza riserve e più ne si é rigenerati e si potranno superare
limiti che mai avremmo pensato di poter valicare.
Tutto
ciò che é 'risparmiato' é perso, nel dojo come nella vita quotidiana e nelle
relazioni umane.
Scuotiamo
dunque questo sacco d'ossa, quanto pensiamo ci rimanga ancora da vivere per
poter dare il meglio di noi stessi?
Ganbatte
kudasai, fate del vostro meglio!
Taigō
Sensei
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