martedì 28 luglio 2020

Preghiera dell'Alba




Preghiera dell'alba di San Francesco d'Assisi, contemporaneo di Dōgen Zenji, Profeta e Santo oltre ogni appartenenza religiosa e autentico maestro Zen.

"Signore, nel silenzio di questo giorno nascente, vengo a chiederti pace, saggezza e forza.
Voglio guardare il mondo oggi con gli occhi pieni d'amore; essere paziente, comprensivo, gentile e saggio;
vedere i tuoi figli oltre le apparenze, come li vedi tu stesso, e quindi, vedere solo il bene in ognuno.
Chiudi le mie orecchie a tutte le calunnie, trattieni la mia lingua da ogni malizia e lascia che solo i pensieri che benedicono rimangano nella mia mente.
Possa io essere così gentile e gioioso che tutti coloro che si avvicinano a me sentano il tuo potere e la tua presenza.
Mostra la tua bellezza, Signore, e lascia che si riveli durante il giorno. Così sia."






© Tora Kan Dōjō



















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venerdì 24 luglio 2020

Sii creativo!




La creatività non ha nulla a che fare con un’attività in particolare–con la pittura, la poesia, la danza, il canto. Non ha niente a che fare con nulla di specifico.
Qualsiasi attività può essere creativa–sei tu che porti dell’inventiva a quell’attività. Un’attività in sé non è né creativa né priva di creatività.
Puoi dipingere senza creatività, puoi cantare senza creatività; puoi lavare il pavimento con creatività, puoi cucinare con creatività. La creatività è la qualità che tu porti all’attività che svolgi.
È un’attitudine, un approccio interiore–è la maniera con cui guardi alle cose. Quindi, la prima cosa da ricordare è di non confinare la creatività a un’attività in particolare. Una persona è creativa, e se è creativa–anche se sta semplicemente camminando–, lo farà creativamente. Anche se sta semplicemente seduta in silenzio, senza fare nulla, persino il suo non-fare diventa un atto creativo.
Il Buddha seduto sotto l’albero della bodhi non sta facendo nulla, eppure è la persona con la più grande creatività mai vista al mondo.
Una volta compreso che sei tu, che è la persona a essere creativa o poco creativa, il problema scompare. Non tutti possono essere dei pittori, e non è nemmeno necessario: se tutti fossero dei pittori, il mondo sarebbe ben brutto, sarebbe difficile viverci. Non tutti possono essere dei danzatori, e non è neppure necessario. Ma tutti possono essere creativi.
Qualunque cosa fai, se la fai con gioia, se la fai con amore, se il tuo atto non è solo frutto di un semplice calcolo economico, allora è creativo. Se grazie a questa attività in te nasce qualcosa–se ti porta a una crescita–, allora è un’attività spirituale, è creativa, è divina.
Quando la tua creatività raggiunge il picco, quando tutta la tua vita diventa creatività, allora vivi nel divino.
Ama ciò che fai, e mentre fai qualcosa sii meditativo, qualunque cosa sia; quello che conta non è ciò che stai facendo. Essere creativi significa amare qualsiasi cosa stai facendo–significa goderla, celebrarla come un dono dell’esistenza!
Forse nessuno verrà a conoscenza della tua creatività, e se la fama è il tuo metro di paragone per considerarti una persona creativa–sei una persona creativa solo se diventi famoso come Picasso–mancherai il punto della questione. Anzi, vuol dire che non sei per niente creativo; sei soltanto ambizioso, soltanto un politicante. Se diventi famoso, bene; se non diventi famoso, bene comunque. Diventare famoso non dovrebbe essere la tua considerazione principale–dovrebbe esserlo il fatto che ami fare ciò che stai facendo; di qualsiasi cosa si tratti, per te è una storia d’amore.
Se ciò che fai è una storia d’amore, allora diventa creatività. Le piccole cose diventano grandi se toccate dall’amore e dalla gioia. Quando l’ambizione inizia a far parte del quadro, la creatività scompare, perché una persona ambiziosa non può essere creativa, perché una persona ambiziosa non ama nessuna attività in quanto tale. Mentre dipinge, guarda già al futuro; una persona creativa invece è sempre nel momento presente.
Noi distruggiamo la creatività. Nessuno nasce privo di creatività, ma noi riusciamo a rendere il novantanove per cento delle persone prive di creatività. E gettare la responsabilità sulla società non ti sarà d’aiuto. Devi prendere la vita nelle tue mani, devi abbandonare i condizionamenti errati, devi abbandonare le autosuggestioni ipnotiche e sbagliate che ti sono state date durante l’infanzia.
Essere ed essere creativi sono sinonimi; è impossibile essere e non essere creativi. Eppure, questa cosa impossibile è accaduta, questo brutto fenomeno è accaduto, perché tutte le sorgenti della tua creatività sono state ostruite, bloccate, distrutte, e tutta la tua energia è stata forzata in attività che la società considera apportatrici di profitti.
Una persona creativa possiede il suo essere; è un Maestro. Ecco perché in Oriente abbiamo chiamato i ricercatori del Vero, swami: swami significa Maestro. Alcuni mendicanti sono stati chiamati swami, Maestri. Gli imperatori, invece, alla fine della loro vita, una volta tirate le somme, si sono rivelati dei mendicanti: un uomo che rincorre il denaro, il potere e il prestigio, è un mendicante, perché mendica in continuazione; non ha nulla da dare al mondo.
Sii una persona capace di dare. Condividi qualsiasi cosa puoi condividere. E ricorda, io non faccio alcuna distinzione fra cose piccole e grandi: se sei in grado di sorridere con tutto te stesso, se sai tenere qualcuno per mano e sorridergli, questo è un atto creativo, un grande atto di creatività. Abbraccia qualcuno stretto al tuo cuore e sei creativo. Guarda semplicemente qualcuno con uno sguardo amorevole; un semplice sguardo colmo d’amore può cambiare totalmente il mondo di una persona. Sii creativo!
Non preoccuparti di cosa stai facendo. Si fanno tante cose; falle tutte con creatività, con devozione. Allora il tuo lavoro diventa preghiera. Abbandona l’idea di essere una persona poco creativa. La gente ha un’idea limitata di cosa significa essere creativi; si crede che significhi suonare il flauto o la chitarra, scrivere poesie… è per questo motivo che si continua a scrivere spazzatura in nome della poesia. Devi scoprire cosa sai fare e cosa invece non sai fare; non è possibile saper fare tutto: devi cercare il tuo destino e devi trovarlo.
A ogni passo si aprono molte porte, si presentano sempre molte possibilità–e tu devi scegliere, devi sentire cosa fa per te. E se ami la vita, riuscirai a scoprirlo. Se ami il denaro e vuoi essere creativo… non riuscirai a esserlo. È proprio la brama di denaro a distruggere la creatività.
Se vuoi la fama, allora scordati la creatività; la fama è più facile da raggiungere se sei competitivo, fortemente competitivo. Se vuoi essere famoso, non parlare di creatività. Non sto dicendo che la fama non arriva mai a una persona creativa, ma accade raramente, molto raramente. È più che altro un fatto accidentale, e richiede molto tempo. Accade quasi sempre che, quando una persona creativa diventa famosa, è già morta. La sua è sempre una fama postuma, una fama arrivata troppo tardi. Gesù non era famoso ai suoi tempi. Se non ci fossero stati i Vangeli, non sapremmo niente di lui: ciò che sappiamo è dovuto a quattro dei suoi discepoli, perché–che sia esistito o no–nessun altro ne ha mai parlato. Non era famoso, non era una persona di successo.
Più una persona è grande, più alla gente serve tempo per riconoscere la sua grandezza, perché quando nasce una persona insigne, non esiste alcun criterio per giudicarla, nessuna mappa per scoprirla; deve creare i propri valori e quando finalmente riesce a dar loro vita, è già morta. Sono tante le persone creative che non hanno mai goduto di alcun riconoscimento. Per la persona creativa arrivare al successo è un avvenimento accidentale. Se vuoi essere una persona creativa, goditi la tua attività: solo così ogni gesto che fai ha un valore intrinseco. Danzi perché ami danzare; danzi perché nella danza ti senti gioioso. Se qualcuno l’apprezza, bene; ti senti grato.
Se nessuno l’apprezza, preoccupartene non è affar tuo: tu hai danzato, ti è piaciuto danzare–ti senti già appagato.

Osho
Tratto da A Sudden Clash of Thunder, CAP. 4


© Tora Kan Dōjō





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martedì 21 luglio 2020

Insieme si abbandona l'ego




"L'insegnante e il discepolo eseguono insieme vari rituali.
Questo va oltre una semplice routine.
Attraverso questi rituali, comunichiamo e trasmettiamo l'insegnamento nel suo vero senso. Sottolineiamo l'assenza di ego.
Quando pratichiamo insieme, dimentichiamo la nostra pratica personale. La pratica di ogni individuo è combinata con la pratica degli altri.
Quindi, quando cantiamo un Sutra, diciamo "recita il Sutra con le tue orecchie". Quindi con le nostre orecchie, ascoltiamo gli altri, mentre con la nostra bocca eseguiamo la nostra pratica. È allora che arriviamo alla completa assenza di ego nel suo vero senso ...
Quando condividi la tua pratica con gli altri, può sorgere la vera mancanza di ego. Questa assenza di ego non è solo assenza di ego. Comprende una pratica dell'ego, ma è anche una pratica dell'assenza dell'ego al di là dell'ego o dell'assenza dell'ego. Qui abbiamo la completa assenza di ego nel suo vero senso.
Ciò vale anche per l'osservazione dei precetti. Se ti sforzi di osservare i precetti, questa non è la vera osservanza dei precetti. Osservare i precetti senza voler osservare i precetti è la vera osservazione dei precetti. La nostra natura più profonda può aiutarci. Quando comprendiamo i precetti come espressione della nostra natura più profonda, è così com'è ".


Shunryu Suzuki Roshi

© Tora Kan Dōjō






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martedì 14 luglio 2020

Zen e Budo





“Coloro che non vogliono seguire l’insegnamento Zen, vera base del Budo, non  devono farlo. Si servono allora delle arti marziali come di un giocattolo, come uno sport fra i tanti. Coloro che vogliono cogliere una dimensione più elevata del loro essere, della loro vita, devono comprendere questo.
Non si può obbligare nessuno né criticare nessuno. Comunque, gli uni sono come dei bambini che giocano con una piccola macchina, gli altri ne guidano di vere...
Non sono contrario agli sport: esercitano il corpo, la resistenza... Ma lo spirito di competizione, di potenza, che vi si trova non è buono: questo testimonia una visione falsata della vita: Non vi si trova la radice delle arti marziali.
Gli educatori d’oggi sono anch’essi responsabili di questo stato delle cose; allenano il corpo, la tecnica, ma non la coscienza. I loro allievi si battono per vincere, giocano come dei bambini alla piccola guerra. Nessuna saggezza in tutto ciò. Non è affatto efficace per il modo di condurre la vita! A cosa serve la loro tecnica nella vita quotidiana? Lo sport non è che un divertimento e, in fin dei conti, attraverso lo spirito di competizione, usa il corpo. E’ la ragione per la quale le arti marziali devono ritrovare la loro dimensione primitiva.
Nello spirito dello Zen e del Budo, la vita quotidiana diventa il luogo di combattimento. Bisogna essere consapevoli in ogni istante: alzandosi, lavorando, mangiando, coricandosi. Là si trova la padronanza di sé.”

Taisen Deshimaru Roshi
















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