venerdì 3 ottobre 2025

Non abbiamo scelta

 

Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigō Sensei durante la Pratica Zen. Questo Insegnamento fu offerto online al Sangha del Tora Kan Dōjō nel drammatico periodo della Pandemia Covid.

Sediamo stabili, solidi.

In questo momento preciso, in questa postura e in questo respiro c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno, c’è tutto quello che serve alla nostra vita.

Quando sediamo in Zazen dobbiamo davvero lasciar cadere ogni cosa, ogni occupazione e preoccupazione, ogni negozio.

Lo Zazen è davvero un grande Maestro, ci insegna ad essere totalmente presenti, solidi e in unità con tutte le cose. Ed essere in unità con tutte le cose significa che non scegliamo più, che non possiamo più scegliere, che non abbiamo scelta.

Il mio Maestro diceva: les jeux sont faits, i giochi sono fatti; non c'è più modo di scegliere.

Sedere in Zazen significa accogliere tutto quello che in questo momento ci fa vivi in questa forma umana, tutto quello che in questo preciso momento è effettivamente presente.

Ci accorgiamo, quando sediamo in Zazen, che buona parte delle nostre scelte e preoccupazioni sono solo fantasmi, che è una pia illusione quella di pensare che noi siamo in grado di scegliere o abbiamo la possibilità di scegliere. Se ci pensate bene, tutto quello che compone la nostra vita è generato da una quantità infinita di fattori, cause, condizioni, molte delle quali non siamo in grado nemmeno di percepire, né di pensare.

Quindi, sulla base di quali calcoli potremmo scegliere? Siamo davvero convinti che possiamo operare una scelta che non sia condizionata da desideri, illusioni, condizionamenti e Karma di ogni genere? L’unica vera scelta che possiamo fare è quella di essere qui, ora, solidi, stabili, centrati, ritrovare il nostro centro, essere pieni, consapevoli, a beneficio di tutte le esistenze. Non c'è niente che possa essere più benefico, più compassionevole e più d'aiuto che l'essere pienamente presenti… consapevoli, solidi.

Sembra che ci avviciniamo ad un nuovo periodo di ritiro, con tutte le difficoltà pratiche e psicologiche che questo comporta. Cosa possiamo fare? Cosa ci insegna lo Zazen in questa situazione? Ci insegna che dobbiamo stare ben diritti nel mezzo di una tempesta, solidi,  mantenere la nostra schiena ben diritta, che non significa rigida, ma ‘diritta’ proprio perché ben centrata e verticale sul punto dove appoggia e collega il cielo e la terra; allora solo così potremo essere presenti ed essere davvero d'aiuto a noi stessi e agli altri. Non c'è altro modo. È assolutamente inutile agitarsi. Più ci agitiamo e meno riusciamo a vedere quello che c’è davvero da fare.

Lo Zazen ci insegna ad aprire lo sguardo, il cuore, tutti i sensi e guardare diritto davanti a noi. Solo così allora, da questa apertura totale, da questa totale disponibilità, da questa totale presenza che non vuole volgere lo sguardo altrove, rifugiarsi nell'illusione, possiamo davvero ascoltare la nostra saggezza più profonda che ci indica cosa c'è da fare, l’unica cosa che possiamo fare, di momento in momento. Inutile fare grandi progetti, inutile preoccuparsi, inutile disperdere energia.

Stasera avevo in programma di leggervi e commentarvi un altro capitolo dello Shōbōgenzō ma in questo momento sento che sono chiamato a dire altro, e me lo sta dicendo la fiamma della candela, l’incenso che brucia, i fiori disposti con amore da A., la presenza di D. solida e ferma… Che altri piani posso avere che vadano oltre questo momento e questa nobile compagnia?

E questo in qualsiasi momento della nostra vita.

Recita l’Hagakure, non esiste il momento decisivo, un momento che sia più decisivo di un altro. Se non riusciamo a vivere con la consapevolezza che ogni momento è il momento decisivo non saremo mai pronti. La vita ci sfuggirà sempre tra le dita inesorabilmente. Ecco il senso dello Zazen come abbandono di ogni controllo. Quando noi siamo seduti in Zazen e siamo ben diritti non stiamo controllando la nostra postura, perché finché ci sarà qualcuno che controlla ci sarà qualcuno di troppo. Noi siamo totalmente la nostra postura perché se siamo davvero seduti noi scompariamo nella postura e non rimane nulla da controllare, nulla da gestire, nulla di cui preoccuparsi. La testa diventa leggera proprio perché sostenuta da una schiena ben diritta. Questo è il segreto dello Zazen e se noi non impariamo ad abbandonarci a questa alchimia non saremo mai davvero seduti in zazen e non potremo mai fare una profonda esperienza di questa libertà totale.

Tante volte diciamo che sarebbe bello poter essere tutti qui per sederci insieme, ma non dobbiamo dimenticare che anche questa idea di distanza e separazione è comunque un’idea illusoria, perché non siamo mai separati, non siamo mai davvero distanti, qualunque cosa accada, e dobbiamo ricordarci che ogni volta che sediamo in Zazen davvero ogni esistenza siede sulle nostre gambe. È tutto l'universo che collabora a tenere questa schiena dritta… è la spina dorsale dell'universo. Non c'è più nessuna separazione, nessuna distanza, nessun tempo. Insieme a noi siedono generazioni e generazioni, nel presente, nel passato, nel futuro, nelle Dieci Direzioni e nei Tre Tempi

Vi esorto, quanto mai in questo momento in cui sicuramente molti di noi stanno vivendo difficoltà che magari mai avremmo immaginato di vivere nella nostra vita, sempre perché abbiamo un'idea della vita che non coincide quasi mai con la realtà, a ritrovare tutti i giorni, di momento in momento la vostra solida postura di Zazen, ad ancorarvi a quell’esperienza, a quello spirito, a quel modo di essere del corpo e della mente per poter davvero essere d'aiuto ad ogni altra esistenza, oltre che a voi stessi, e le due cose non sono affatto separate.

Un allievo chiede al maestro: - Maestro, come posso prendermi cura degli altri? Il maestro risponde: -Abbi estrema cura di te stesso. -E come posso avere estrema cura di me stesso? - Prenditi estrema cura degli altri.

Perché gli altri e te stesso non sono cose separate. Non c'è nessuna separazione.

Nel nostro Zazen bruciamo completamente come la fiamma della candela, senza lasciare nessuna traccia.


Registrazione e trascrizione a cura di Monica Tainin


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sabato 30 agosto 2025

Intervista a Katsuya Yamashiro Sensei

 




Original English Version:

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giovedì 31 luglio 2025

Fare dello Zazen il centro della propria vita

 



Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigō Sensei durante la Pratica Zen al Tora Kan Dōjō.

Per un momento ho posato il mio sguardo su di voi e ho visto dei Buddha.

Ho visto dei pilastri che sostengono il cielo radicati saldamente alla terra.

Non possiamo neanche immaginare quanto questo sedere insieme nutra la nostra vita, quanto il sigillo del Buddha, che si imprime nel nostro corpo e nella nostra mente quando sediamo, lavori nella nostra vita. Quanto questa schiena dritta ci verrà in soccorso, ci sosterrà, quando il peso della vita sembra opprimerci.

Se lo Zazen diventa davvero il centro della nostra vita, molte cose si semplificano, molte preoccupazioni scompaiono.

Quando sentiamo che lo Zazen nel Dōjō è un ulteriore impegno che si aggiunge ad altri, allora vuol dire che non ne abbiamo fatto il centro della nostra vita e non potrà funzionare.
Durerà forse per un po', poi quando le nostre aspettative rimarranno deluse abbandoneremo la Pratica.
Se lo Zazen non diventa il centro della nostra vita, non può funzionare.

Quando vi disponete al centro, come per il colonnato di San Pietro, se vi disponete sui due punti centrali della Piazza, vedrete tutte le colonne allineate. Finché non vi sarete collocati in quel punto non potrete vedere l’allineamento, l'ordine...

Altrettanto accade nella nostra vita, quando facciamo dello Zazen il centro e lì dimoriamo, tutto nella nostra vita si allinea e ordina armoniosamente intorno al nostro Zazen.

Quando poi si chiude la porta del Dōjō e ci sediamo insieme so che siamo tutti in salvo, e anche questo mondo trova pace e salvezza.

Gasshō

registrazione e trascrizione a cura di Monica Tainin De Marchi

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