Prima del Concilio
Vaticano II i bambini venivano battezzati immediatamente subito dopo il parto.
Erano ancora epoche in cui la mortalità infantile era elevata, i bambini
morivano spesso dopo il parto e si credeva che i bambini morti senza battesimo
andavano all’inferno per sempre. Nel Medioevo un teologo innamorato (e l’amore
fa sempre bene perché chi ama capisce meglio Dio) si chiese: è possibile che
queste creature soltanto per il fatto di non essere state battezzate e sono
morte finiscono all’inferno tra i tormenti per tutta l’eternità? Allora questo
teologo, Abelardo, creò la categoria del limbo, cioè un luogo che non era il
paradiso (non c’era la pienezza della gioia), ma non era neanche inferno (non
c’era il tormento), era una zona grigia, una zona neutra. Questa teoria fu
seguita fino al Concilio Vaticano II. Si credeva che ogni bambino che nasceva
portava in sé la macchia di quello che veniva chiamato “peccato originale”,
qualcosa di perverso che soltanto una mente perversa io credo possa concepire. Per
la colpa di due persone che non ci si sono neanche parenti, ogni bambino che
nasceva, portava questa colpa. Allora c’era bisogno di un rito che togliesse
questa colpa. Quando celebro i battesimi, prendo sempre il pupo, lo mostro alla
gente e dico: guardatelo, chi di voi ha il coraggio di dire che adesso con
questo rito gli togliamo il peccato? Se qualcuno lo fa, chiamo il 113 o il 118
perché è matto! Uno che ha il coraggio di dire che questa creatura ha un
peccato? No! Poi metto giù il pupo e mi rivolgo ai genitori e dico: adesso
guardiamoci noi in faccia. Noi sì, dai nostri volti si vede che abbiamo fatto
delle stupidaggini, abbiamo fatto degli errori, abbiamo commesso a volte delle
ingiustizie che ci hanno segnato profondamente. Allora cosa succede? Questa
creatura che è venuta al mondo ha il diritto alla pienezza di vita. Ma noi a
causa dei nostri errori, a causa dell’ingiustizia, a causa del nostro egoismo
gli trasmettiamo una vita già inquinata. Questo è inammissibile. Il rito del
battesimo: il momento centrale (di per sé lo dico esagerato, ma spero che mi
capite… nel battesimo il bambino potrebbe anche non esserci che tanto non gli
succede niente) sono i genitori, il padrino e la madrina che rappresentano la
comunità che devono fare una conversione: le famose rinunce al male etc.. e
l’adesione al bene. Quindi nel battesimo non c’è da togliere una colpa alla
creatura che, ripeto non ce l’ha, ma sono i genitori e la comunità che decide
di togliere le proprie colpe, i propri atteggiamenti negativi che possono
influire negativamente sul bambino. Allora, se vogliamo trovare il peccato
originale in questo senso, dobbiamo andare nel vangelo di Giovanni dove si
parla di peccato del mondo, non peccati del mondo, ma il peccato del mondo (Gv
1, 29b)
© Tora Kan Dōjō
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