venerdì 10 giugno 2022

Fermarsi per osservare

Sul rimanere immobili durante Zazen:

"Rimanere immobili non significa però sforzarsi, come farebbe magari il giovane soldato di guardia davanti al Palazzo Reale. Il corpo, di per sé, non si muove. Lo fa solo se riceve un impulso da parte della mente. Dunque se si rimane completamente immersi in uno stato contemplativo, il corpo se ne sta lì, immobile, senza voler cambiare nulla. Ogni movimento – come ad esempio cambiare posizione, dondolare, grattarsi, fare smorfie, eccetera – è comandato dall’ego, che si serve di quella che abbiamo chiamato “mente operativa”, la parte di noi dualistica, che si pone in antitesi alla realtà per volerla manipolare. Ma durante la meditazione noi cerchiamo la dimensione della contemplazione, dell’abbandono, del lasciare andare, del rimanere senza fare niente, per poter meglio osservare ciò che succede veramente. L’esperienza stessa ci dice che per osservare bene qualcosa bisogna stare fermi. Se sto camminando in un bosco e sento un suono che mi sembra quello di un animale che si muove, e voglio capire cosa succede, allora mi devo subito fermare, rimanere immobile ad ascoltare. Lo stesso se c’è qualcosa lontano o anche vicino che voglio osservare. Fermarsi per osservare, ecco cosa succede nella meditazione. Non è difficile, apparentemente. Basta esercitarsi a tenere a freno l’ego, che è sempre pronto a intervenire per manipolare la realtà, nel tentativo di dimostrarci l’impossibile: l’esistenza di un sé separato dal resto della realtà che ci circonda."

Paolo Subioli

















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