"L’hanno chiamato meditazione.
Perché la meditazione è la sola cosa che non si può
“fare”, cioè si fa attraverso l’ amore, l’entusiasmo.
La realtà è che è il solo momento in cui non facciamo
niente. Non c’è nessuna direzione deliberata, volontaria.
Il genere di vita in cui viviamo e in cui ci siamo
lasciati radicare, è volontarista, che si concentra su tutto il sedicente
individuo che fa e raccoglie il frutto dopo l’azione.
La paura è voler rifare ciò che si conosce. La
meditazione non ha niente a che fare con questo. E’ una scelta. Forse è il solo
momento della giornata dove il meccanismo del volere acchiappare, prendere e
comprendere è a riposo.
L’ego non esiste, è un’illusione. Non un solo ego è
capace di alzare una tazza di tè, è la vita che lo fa. L’ego è una finzione, un
concetto molto pratico per le mondanità. Ma nella vita non c’è che la vita.
Certo, la meditazione sembra venire da una decisione.
Ci si dice: “Vado a fare meditazione”, ma in realtà in
quel momento non se ne ha la scelta. Si è presi.
Così come prima, non ne avevamo la scelta di non
farla!
La vera meditazione è realizzare che non abbiamo mai
avuto la scelta…e alla fin realizzare che non abbiamo da meditare. Quando
realizziamo questo, prendiamo immediatamente coscienza di non fare nulla."
Jean Bouchart d'Orval,
estratto da "Essere
scelto", traduzione della dr.ssa Luciana Scalabrini
© Tora Kan Dōjō

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