di Trevor Leggett - traduzione di Patrizia Pozzoli
Rientro trionfante dalla Manciuria dello Stato Maggiore Giapponese |
A quei tempi il
Budokwai si trovava all’interno di alcuni piccoli locali nella zona di Victoria
Station. La strada aveva una serie di negozi, incluso un ristorantino. Tutto
ciò solo da un lato; l’altro lato della strada era occupato dall’alto muro dei
giardini di Buckingham Palace. Il Budokwai aveva un dojo di circa venti tatami
al piano terra; nella cantina c’era un altro dojo della stessa grandezza,
insieme alle docce e agli spogliatoi.
Ero un giovane
appassionato di judo di neanche vent’anni quando il dott. Kano arrivò con il
sig. Sumiyuki Kotani e il sig. Masami Takasaki. Divenimmo membri del Kodokan e
ricevetti da Kano un certificato Ni-kyu. Kano assistette all’esecuzione da
parte di due inglesi membri del Budokwai di Nage-no-kata e poi Gunji Koizumi e
Yukio Tani eseguirono Ju-no-kata. Koizumi aveva introdotto alcune delle sue
idee nel kata e sentii che Kano affermava: "Quella è una modifica del
Ju-no-kata." Egli stesso dimostrò un paio di tecniche
dell’Itsutsu-no-kata. Deve essere stato molto difficile in quello spazio
ristretto. Fece una spiegazione per i membri inglesi, nel suo impeccabile
"inglese da Preside". (Con ciò voglio dire che ogni parola era
separata e pronunciata chiaramente, come fa un Preside inglese per dare un buon
esempio di corretta pronuncia agli allievi.) Ci disse che avremmo trovato
difficile capire i principi mostrati nell’Itsutsu-no-kata. Aggiunse, con un
tocco di humour inaspettato: "E’ ancora più difficile farlo. Io stesso
l’ho studiato per più di quaranta anni e penso che adesso sono in grado di
eseguire correttamente le prime tre!"
Durante uno dei giorni
della sua visita Kano fu invitato ad una festa pomeridiana nei giardini di
Buckingham Palace. Era stato fissato che sarebbe poi venuto al Budokwai (che
non apriva prima delle sei di sera - tutti i membri avevano lavori che li
impegnavano fino alle cinque e trenta). Andò che Kano lasciò Buckingham Palace
più o meno alle cinque. Indossava un vestito da ricevimento nobiliare, cosa che
in quei giorni significava la presenza di magnifiche decorazioni in oro. Dato
che il Budokwai era così vicino al Palazzo egli camminò, ma trovò chiuso. Era
una calda giornata di sole e non si era portato un soprabito. Il segretario del
Bukokwai arrivò di corsa proprio prima delle sei; guardò all’interno del
piccolo ristorante accanto al Budokwai e (come mi disse più tardi) vide questo
magnifico vecchio giapponese con un vestito da ricevimento che stava seduto ben
diritto a bere del tè, senza segno di imbarazzo alcuno, di fronte allo sguardo
sorpreso di qualche altro cliente del posto.
Venni a sapere che in
occasione di quello stesso viaggio in Europa l’autobus sul quale Kano viaggiava
in Italia andò fuori strada in un percorso di montagna, arrivando a sporgere
sull’orlo di un dirupo. Mentre sostava pericolosamente in quella posizione
stando a metà per aria, alcuni dei passeggeri italiani divennero quasi isterici
dalla paura; Kano sedette imperturbabile fino a che non si riuscì a riportare
l’autobus in posizione sicura. (Questa storia mi è stata riferita e non posso
testimoniare direttamente la verità di ogni dettaglio, ma certamente accadde
qualcosa del genere. Forse quello che scrivo qui potrebbe portare alla conferma
tramite qualche altra testimonianza diretta).
Il Maestro Jigoro Kano dimostra tecniche di judo su poliziotto - Berlino 1936 |
Egli spiegò in varie
maniere saidai noritsu genri, che ci tradusse come il principio del migliore
impiego dell’energia. Disse che i pesci rossi nella vasca non possono vivere
senza la presenza di alghe, ma neanche se ce ne sono troppe. Questo esempio
particolare non significò niente per me dato che nella famiglia non avevamo mai
avuto pesci rossi. Ma venni affascinato dall’argomento che usare troppa forza
era qualcosa contro il principio del judo. Prima di iscrivermi all’università
mi ero informato sui corsi. Mi avevano detto che prendere appunti alle lezioni
dei professori era un impegno importante e faticoso. Così nei tre mesi
precedenti l’inizio dei corsi presso l’università di Londra avevo imparato la
stenografia, arrivando ad una buona velocità, 160 parole al minuto.
L’istruttore ci disse che ciò sarebbe stato impossibile a meno di non impugnare
la penna o matita a circa metà altezza, con una presa ferma ma leggera. Dopo
questo esercizio avevo notato che la maggior parte degli inglesi impugnava la
penna con forza e nella zona vicino alla punta. Ciò significava che erano
costretti a muovere la mano sulla carta dopo quasi ogni parola. Avevo
distrattamente notato che sembrava piuttosto inefficace. Ma quando sentii Kano
parlare del principio del migliore impiego dell’energia come cosa che si
applicava non solo alla tecnica sulla materassina ma a tutta la vita ebbi una
improvvisa comprensione di quello che intendeva. Il principio poteva essere
applicato alle cose più piccole della vita così come alle più grandi. Troppa
forza - impugnare la penna troppo rigidamente - era male così come lo era
impugnare la penna troppo mollemente. Capii che in una delle attività più
comuni, cioè la scrittura, tutta la mia nazione non aveva compreso il principio
del migliore impiego dell’energia.
Un altro punto
sottolineato fu che questo principio universale poteva essere imparato in
diverse maniere - per esempio attraverso una attività commerciale. Ma, disse,
una delle maniera migliori era attraverso la pratica del judo. Disse che la
pratica del judo era una ottima maniera per imparare: 1) autocontrollo, 2)
volontà: come realizzare obiettivi a lungo termine sopprimendo desideri
momentanei, e 3) mutua cooperazione, oltrepassando un conflitto superficiale
per dare aiuto e ottenere beneficio reciproco. Gli inglesi erano famigliari con
qualcuno di questi punti. Per esempio avevamo una lunga tradizione di sport nel
senso di formazione del carattere: uno ci prova con tutto se stesso, ma non si
abbatte nel fallimento né si esalta nel successo. Ma la tradizione sportiva non
aveva niente che assomigliasse allo scopo del principio di Kano, e cominciava
inoltre ad essere contaminata del professionismo. Infatti Kano era contrario ad
avere campionati di judo proprio per questa ragione, e cioè perché pensava che
avrebbero probabilmente distrutto gli aspetti di formazione del carattere del
judo. In questo sembra che abbia avuto ragione.
Una delle cose che ci
incuriosiva era l’insistenza di Kano sul fatto che i principi del judo (miglior
impiego dell’energia: aiuto e concessioni reciproche che apportano mutui
benefici e prosperità) sono omni-pervasivi, sebbene sviluppati in Giappone. Disse
ripetutamente che essi non erano particolarismi nazionali, ma universali. Non
riuscivo a capire perché insistesse su questo punto; pensavo fosse ovvio. Dopo
tutto Newton aveva scoperto la gravità, ma essa non era una cosa inglese, bensì
un principio universale che si applicava dappertutto. Roentgen aveva scoperto i
raggi X, ma di certo questi non erano tedeschi. Perché Kano enfatizzava il
fatto che i principi del judo non erano specialmente giapponesi, ma
omni-pervasivi? Aggiunse che altre branche del budo come per es. il kendo erano
applicazioni specializzate del principio universale del judo, cioè il principio
del miglior impiego dell’energia e mutua prosperità. Fu solo quando andai in
Giappone verso la fine degli anni ΄30 che compresi perchι Kano insisteva su
questo punto e come fu coraggioso in questo. Vide che il ruolo futuro del
Giappone sarebbe stato di contribuire alla cultura del mondo e non di
considerarsi come una società chiusa e superiore. Allora compresi chiaramente
la natura del nazionalismo; per quanto altamente intelligente indubbiamente a
volte potesse essere, udii l’Ammiraglio Jiro Nango parlare al Dojo-biraki nel
1940 dicendo che sebbene Kano era sembrato talvolta sostenere che il kendo e in
generale il budo fossero applicazioni dei principi del judo, sarebbe stato più
vero dire che il judo, come le altre branche del budo, erano in realtà
manifestazioni dello spirito giapponese di Yamato damashi.
Ascoltando quelle
parole compresi che uomo fosse stato Kano e che tipo di chiara visione aveva
avuto.
Tratto da:
Journal of Combative Sport, Marzo 2000.
Piu` leggo più` apprendo la grandezza del pensiero del Maestro Kano. Grazie.
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