giovedì 19 ottobre 2023

L'educazione del cuore nel Dôjô

 



L'educazione del cuore passa attraverso linguaggi mitico/simbolici che da tempo sono stati completamente abbandonati tanto nell'educazione scolastica quanto in quella familiare.

Eppure quel che nutre i principi morali dei giovani sono modelli mitici, eroici... assimilati attraverso la letteratura, le tradizioni familiari, sociali...

L'abbandono delle tradizioni, con i suoi racconti, i suoi riti di passaggio, i suoi miti ha determinato un vuoto incolmabile che i giovani cercano di riempire spesso dirigendosi in pericolose direzioni prendendo a prestito modelli tutt'altro che educativi.

La pratica dell'arte marziale può colmare questo pericoloso vuoto.

In un Dôjô tradizionale durante la pratica si utilizzano costantemente e sapientemente linguaggi mitico/simbolici attraverso gestualità e riti, prove iniziatiche, esperienze arcaiche, che offrono efficaci mezzi di conoscenza di sé e dell'altro, che permettono di assimilare inconsciamente principi etici e fare potenti esperienze formative.

Si tratta di luoghi davvero di un valore inestimabile, quanto mai necessari oggi per colmare il drammatico vuoto educativo.

I veri Dôjô purtroppo sono pochi, pochissimi, richiedono da parte dell'Insegnante di essersi formato rigorosamente e sinceramente sotto la guida di un maestro in una tradizione autentica che gli abbia trasmesso efficacemente la maestria nell'utilizzo di questi linguaggi, una maturità e delle capacità e competenze che nessuna 'federazione' può trasmettere e riconoscere con degli stage del fine settimana.

I Dôjô non hanno nulla a che vedere con le 'palestre' dove si scimmiotta malamente una gestualità marziale praticando un gioco sportivo.

E' per questo che il Karate tradizionale dovrebbe essere protetto come un inestimabile tesoro culturale ed educativo ed uscire dal ghetto dello sport (a breve ci aspettiamo il riconoscimento del Karate di Okinawa nell'Unesco).

Lo sport ha in gran misura fallito il suo progetto educativo diventando solo una fabbrica di 'campioni a temine' per i quali la vittoria con ogni mezzo è l'obiettivo primario per il quale sono sacrificati educazione morale ed anche la stessa educazione fisica che, nell'esasperazione agonistica, arriva a devastare il corpo e la psiche degli atleti.

 Taigō Spongia Sensei


© Tora Kan Dōjō


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