Pubblichiamo un brano molto suggestivo di Alan Watts. Per chi volesse abbiamo pubblicato dello stesso autore anche una lettura sullo Zen.
L'esistenza, l'universo fisico è fondamentalmente giocoso. Non risponde a nessuna necessità. Non va da nessuna parte. Voglio dire, non ha una destinazione da raggiungere.
Questa
cosa può essere meglio compresa attraverso l’analogia con la musica. Perché la
musica come forma d’arte è essenzialmente ludica.
In inglese diciamo infatti,
“you play the piano” non “you work the piano”.
Perché?
La musica è diversa per esempio dai viaggi in macchina. Quando guidi infatti
stai cercando di arrivare da qualche parte. Nella musica invece non si crea la
‘fine della composizione’, il termine della composizione. Se fosse così, gli
interpreti migliori sarebbero i più veloci. E ci sarebbero compositori che
creerebbero solo finali. La gente andrebbe ai concerti solo per sentire gli
accordi di chiusura, perché questa sarebbe la fine e il fine della musica!
La
stessa cosa accade con la danza. Non stai mirando ad un punto particolare della
stanza, dove vuoi arrivare. Il punto centrale del danzare è la danza stessa.
Non
ci accorgiamo che in questo modo di vedere c’è qualcosa che ci portiamo
appresso dal nostro sistema educativo.
Abbiamo
un sistema scolastico infatti che ci da un impressione completamente differente.
E’
tutto graduato e quello che facciamo è mettere i bambini nel corridoio di
questo sistema graduato e richiamarli come si fa con i gattini “vieni bel
micino”.
E
tu passi attraverso gli anni dell’asilo ed è una gran cosa perché alla fine sei
ammesso alle elementari.
Il
primo “vieni avanti” conduce al secondo grado e così via. Così concludi le
scuole primarie ed entri alle superiori. A colpi di acceleratore ci avviciniamo,
è ora di andare all’Università. E alla fine con la laurea sei finalmente pronto
ad entrare nel mondo.
Poi
magari ti introduci in qualche giro d’affari dove devi vendere assicurazioni. E
loro hanno quelle quote da raggiungere, tu devi raggiungerle.
E
tutto il tempo la cosa sta per arrivare, sta per arrivare eccola quella grande
cosa che aspetti. Il successo per il quale stai lavorando.
Così
ti svegli un giorno a quarant’anni e dici “O mio Dio sono arrivato. Sono là,
finalmente”. E non ti senti molto diverso da come ti sei sempre sentito.
Guardate
alle persone che vivono per il pensionamento, per mettere da parte i risparmi.
E arrivati a 65 anni non gli rimane altra energia. Sono impotenti. E si vanno a
rinchiudere in qualche comunità di anziani.
Ci
siamo presi in giro per tutto il tempo.
Se
abbiamo pensato alla vita in analogia ad un viaggio in macchina, ad un
pellegrinaggio, che ha nella meta il suo scopo, il suo scopo è proprio quello
di raggiungere la fine. Il successo, o qualsiasi altro scopo, anche il paradiso
oltre la morte.
Ma
ci siamo persi il senso di tutto questo lungo la strada.
Era
qualcosa che aveva a che fare con la musica, e avresti dovuto suonare o ballare
finché la musica veniva suonata.
ENGLISH VERSION
The existence, the physical
universe is basically playful. There is no necessity for it whatsoever. It
isn’t going anywhere. That is to say, it doesn’t have some destination that it
ought to arrive at.
But that it is best
understood by the analogy with music. Because music, as an art form is
essentially playful. We say, “You play the piano” You don’t work the piano.
Why? Music differs from say,
travel. When you travel you are trying to get somewhere. In music, though, one
doesn’t make the end of the composition. The point of the composition. If that
were so, the best conductors would be those who played fastest. And there would
be composers who only wrote finales. People would go to a concert just to hear
one crackling chord… Because that’s the end!
Same way with dancing. You
don’t aim at a particular spot in the room because that’s where you will
arrive. The whole point of the dancing is the dance.
But we don’t see that as
something brought by our education into our conduct.
We have a system of
schooling which gives a completely different impression.
It’s all graded and what we
do is put the child into the corridor of this grade system with a kind of,
“Come on kitty, kitty.”
And you go onto kindergarten
and that’s a great thing because when you finish that you get into first grade.
Then, “Come on” first grade
leads to second grade and so on.
And then you get out of
grade school and you got high school.
It’s revving up, the thing
is coming, then you’re going to go to college…
Then you’ve got graduate
school, and when you’re through with graduate school you go out to join the
world.
Then you get into some
racket where you’re selling insurance.
And they’ve got that quota
to make and you’re gonna make that. And all the time that thing is coming –
It’s coming, it’s coming, that great thing. The success you’re working for.
Then you wake up one day
about 40 years old and you say, “My God, I’ve arrived. I’m there.” And you
don’t feel very different from what you’ve always felt.
Look at the people who live
to retire; to put those savings away. And then when they’re 65 they don’t have
any energy left. They’re more or less impotent. And they go and rot in some,
old peoples, senior citizens community. Because we simply cheated ourselves the
whole way down the line.
If we thought of life by
analogy with a journey, with a pilgrimage, which had a serious purpose at that
end, and the thing was to get to that thing at that end. Success, or whatever
it is, or maybe heaven after you’re dead.
But we missed the point the
whole way along.
It was a musical thing, and
you were supposed to sing or to dance while the music was being played.
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