lunedì 15 febbraio 2016

Riflessioni nel freddo del Kangeiko 2016



Primo giorno



'Concentrati su ogni singola tecnica'
'Each technique concentrate'
L'esortazione di Higaonna Sensei risuonava nella mente.
Ogni istante dell'esercizio è preziosa occasione di esplorazione di sé e dell'altro.
Anche quelle che generalmente sono considerate semplicemente delle 'pause' per riprender fiato sono in realtà l'occasione per coltivare il proprio Zanshin, la capacità di rimanere centrati, di non disperdere l'energia.
Un gesto ha una risonanza che riverbera ben oltre la nostra percezione.
Allenarsi alla percezione e all'ascolto di questa risonanza è parte integrante dell'azione.
In Giappone quando si vuole esprimere un augurio a qualcuno che deve affrontare una prova si usa dire:
'頑張ってください!'
Ganbatte Kudasai, Fai del tuo meglio!
La buona o cattiva fortuna deriva in buona parte dall'aver fatto o meno del proprio meglio.

Abbiamo fatto del nostro meglio?
Stiamo facendo del nostro meglio?
Se abbiamo fatto del nostro meglio e alla fine ci coglie la morte o la disgrazia, non sarà un grosso problema, o meglio, l'accoglieremo con serenità.
Certo, questo è inconcepibile per chi non riesce nemmeno a pensare di poter fare del proprio meglio, un'attitudine molto comune oggi.
Nell'esercizio del Randori nell'Arte Marziale questo diventa molto evidente.
Randori non significa combattere per vincere, ma combattere per mettere alla prova le proprie capacità, la propria condizione fisica, tecnica e psicologica, combattere per esprimersi al proprio meglio nelle situazioni più diverse, universali, non solo nel Dōjō.
Poi il risultato può essere qualunque, poco importa,: anche se voi 'vincete' non siete migliori di uno che ha 'perso' combattendo con sincerità.
Dal punto di vista della crescita umana, della vostra maturazione, è assolutamente irrilevante una soddisfazione transitoria che viene dall'effimero successo dato dalla superiorità su qualcun'altro. Quello che conta e che arreca la vera profonda soddisfazione è il modo, lo spirito con cui vi cimentate, quello che vi fa essere consapevoli di aver dato il vostro massimo, fatto del vostro meglio, per cui non avete più nessun debito, avete restituito tutto quel che vi è stato offerto.
A quel punto potreste anche morire e sareste comunque soddisfatti.
Questa è la profonda differenza educativa tra l'Arte Marziale e lo sport.


Riflessioni di Sensei Paolo Taigo Spongia durante il Kangeiko svoltosi al Tora Kan Dojo nel Febbraio 2016.

Ultimo giorno

© Tora Kan Dōjō




















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