Quando parlo
di Apocalisse nel mio libro sull'ISIS mi riferisco anche all'Apocalisse
dell'Occidente. Oggi pensavo al panico collettivo che si è scatenato in queste
ore sull'Europa, grazie anche a giornalisti che comunicano il loro stesso
panico anziché informare, approfondire. Ma di che cosa abbiamo paura
precisamente? Di morire? Certo, ma non sappiamo più nemmeno perché: perché non
abbiamo più solidi valori a sostenerci. Il cattolicesimo si è svuotato, è in
contraddizione con se stesso e se ancora sopravvive è solo per la fede cieca
dei credenti, il capitalismo che ci garantiva la certezza del benessere e della
sicurezza, si sta definitivamente sgretolando. Che cosa ci resta di fronte
all'Apocalisse? Il tremulo grido della massa ipocrita: "Restiamo uniti!"
oppure "Il terrorismo non distruggerà il nostro stile di vita!"
Abbiamo creato religioni di massa, mode di massa, valori di massa e adesso
improvvisamente scopriamo che questi valori non sono in grado di sostenerci
individualmente, non ci difendono dalla furia di chi vuole vederci tutti morti
e a sua volta non ha paura di morire. Chi non ha più nulla da perdere e tutto
da guadagnare morendo è sempre superiore a chi ha paura di morire. Io non temo
questo. Se dovrà accadere morirò in pace battendomi fino all'ultimo. Devo
questa serenità alla pratica di un'arte marziale che mi ha insegnato a
combattere prima di tutto contro me stesso, oltre a restituirmi
quell'educazione guerriera che la nostra civiltà ha perso definitivamente. Un
tempo, infatti, le Lettere e le Arti si accompagnavano alla spada. Nessuno si
augurava di dover usare la spada ma quella pratica era semplicemente
considerata formativa al pari delle Lettere e delle Arti. Oggi le famiglie non
sono più in grado di trasmettere alcun genere di valore ai figli e stiamo
andando verso un'umanità imbelle, incapace di ragionare come pure di reagire
alle crisi, di combattere. Ripeto, io non ho paura della morte, ma mi farebbe
incazzare parecchio dover morire a causa delle scelte suicide di quella
maggioranza schiacciante che nella nostra società è costituita da morti
viventi.
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