Il Maestro di scuola elementare che si cela sotto lo pseudonimo di McMurphy sul blog https://glioplitidiaristotele.wordpress.com/ ci mostra un gioco condotto in classe. McMurphy vanta un curriculum di tutto rispetto, nutrito come è di lettere di richiamo e ammonizioni. Ma come gli opliti che descrive Aristotele negli Analitici Secondi i
quali "davanti alla disfatta e al dilagare dell’esercito nemico, decidono
di cessare la fuga e di voltarsi per continuare a combattere, e con tale comportamento, che si diffonde per
contagio, a volte ribaltano le sorti dello scontro e trasformano la sicura
disfatta in una insperata vittoria", McMurphy porta avanti una battaglia di
resistenza contro le assurdità del mondo scolastico, e non solo.
Ho fatto un gioco con i bambini. A turno, bendati,
dovevano rispondere alle mie domande su come fosse la classe e raccontarmi nei
particolari quello che c’era, poi dovevano passare a descrivere i compagni.
Com’erano fatti, com’erano vestiti. Alla fine ho messo da parte la benda e ho
fatto un altro gioco. Bisognava indovinare chi si nascondesse dietro un telo
dal quale usciva solo una mano.
Riconoscerlo potendo osservare solo quel dettaglio.
I bambini si sono divertiti moltissimo. E quello che
abbiamo capito ha lasciato tutti di stucco. Perché abbiamo compreso di avere
avuto in dono quella cosa meravigliosa che è la vista, ma di usarla poco e
male. Abbiamo gli occhi ma, distratti come siamo, non sappiamo guardare.
Questo abbiamo scoperto e forse anche che dovremmo
guardare le cose con l’idea di trattenerle per sempre, come se poi ci dovesse
capitare di non vederle più.
Succede anche a noi adulti. Lo scrive Rabindranath
Tagore. Viaggiamo per giorni e notti attraverso paesi lontani, andiamo a vedere
gli oceani, e poi non vediamo a due passi da casa la goccia di rugiada sulla
spiga di grano.
p.s.
Gli occhi in copertina sono usciti dal genio
autobiografico di Gipi, all’anagrafe Gian Alfonso Pacinotti.
ENGLISH VERSION
ENGLISH VERSION
Gipi, alias Gian Alfonso Pacinotti |
from the blog https://glioplitidiaristotele.wordpress.com/ an interessant article written by a primary school teacher.
I did a play with the children. In turn, blindfolded,
they had to answer to my questions about how it was the class and they had to
tell me in detail what was there, then they had to move on on describing their
teammates. How they were, how they were dressed. At the end I put aside the
blindfold and I made another game. They had to guess who was behind a length of
cloth from which came out just an hand.
They had to recognize him or her, only observing that little detail.
The kids had a great time. And what we understand has
left everyone stunned. Because we understood that we have had the gift of that
wonderful thing that is the view, but we use it a little and badly. We have
eyes but, distracted as we are, we don't know how to watch.
We discovered this, and perhaps also that we should
look at things with the idea to hold them forever, as if we couldn't see them
anymore.
It also happens to us adults. Writes Rabindranath
Tagore. We travel for days and nights through distant countries, we look at the
oceans, and then we don't see at two steps from home the drop of the dew on the
ear of the corn.
© Tora Kan Dōjō
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