giovedì 19 ottobre 2017

Il Fiore del Buddha

Quel giorno, il discorso del Buddha fu molto particolare. Attese che i bambini si fossero messi a sedere tranquilli, poi lentamente si alzò, prese un fiore di loto e lo tenne alzato di fronte alla comunità senza dire una parola. Tutti sedevano immobili. A lungo il Buddha tenne in alto il fiore in silenzio. Gli astanti erano perplessi e si chiedevano cosa volesse comunicare. Infine il Buddha abbracciò con lo sguardo l’assemblea, sorrise e disse: “Io ho l’occhio del vero Dharma, il tesoro della visione meravigliosa, e in questo momento l’ho trasmesso a Mahakassapa”. 

Tutti si voltarono verso il venerabile Kassapa, e lo videro sorridere. I suoi occhi non si erano staccati dal Buddha e dal loto che teneva in mano. Quando gli sguardi ritornarono al Buddha, videro che anche lui guardava il fiore e sorrideva.
Svasti, benché perplesso, sapeva che la cosa principale era mantenere la presenza mentale. Ritornò al respiro mentre nel contempo guardava il Buddha. Il bianco fiore di loto era appena dischiuso. Il Buddha lo reggeva con dolcezza e solennità. Teneva il gambo tra il pollice e l’indice, e il fiore ripeteva la forma della sua mano. La mano del Buddha era bella come il fiore, pura e meravigliosa. Allora, improvvisamente, Svasti vide la pura e nobile bellezza del fiore. Non occorreva ricamare pensieri. Spontaneamente, il sorriso gli fiorì sul volto.
“Amici” incominciò il Buddha, “questo fiore è una meravigliosa realtà. Tenendolo qui davanti a voi, tutti potete sperimentarla. Entrare in contatto con un fiore è entrare in contatto con una realtà meravigliosa, entrare in contatto con la vita stessa.
“Mahakassapa ha sorriso per primo, perché è entrato immediatamente in contatto con il fiore. Sin tanto che gli ostacoli ostruiscono la vostra mente, non potete entrare in contatto con un fiore. Molti di voi si sono chiesti: ‘Perché mai Gautama tiene alto quel fiore? Che senso avrà il suo gesto?’ Ma, se la vostra mente è intasata da tali pensieri, non potete sperimentare realmente il fiore.
“Amici, perdervi nei pensieri vi impedisce di entrare in contatto con la vita. Se vi lasciate dominare dalla preoccupazione, la frustrazione, l’ansia, l’ira o l’invidia, perdete la possibilità di entrare in contatto con le meraviglie della vita.
“Amici, il loto nella mia mano è reale solo per quelli di voi che dimorano in consapevolezza nel momento presente. Finché non sarete ritornati al momento presente, il fiore non esisterà davvero. Vi sono persone che attraversano una foresta di alberi di sandalo senza vederne neppure uno. La vita è colma di sofferenza, ma racchiude anche molte meraviglie. Siate consapevoli, e vedrete sia la sua sofferenza sia la sua meraviglia.
“Essere in contatto con la sofferenza non significa perdersi in essa. Essere in contatto con la meraviglia non significa perdersi in essa. Essere in contatto significa incontrare la vita, vederla in profondità. Incontrandola direttamente, ne comprendiamo la natura interdipendente e impermanente. Grazie a ciò, non ci perdiamo più nel desiderio, nell’ira e nella brama. Dimoriamo invece nella libertà e nella liberazione”.

“Vita di Siddharta il Buddha”, Thich Nhat Hanh, Ubaldini editore, 1992



© Tora Kan Dōjō





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