venerdì 10 febbraio 2012

Efficacia, Bellezza e Saggezza dell'Arte Marziale


Sensei Enrico Salvi ci invia un nuovo articolo a commento e sviluppo del suo precedente intervento dal titolo: ‘Il Bel Gesto’ recentemente pubblicato sul nostro Blog.
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Ciò che nessun orecchio percepì,
che gli occhi non videro
è tuttavia il bello, il vero!
Shiller, Parola del delirio

     Facendo seguito a quanto proposto ne “Il Bel Gesto” ed ai relativi ed interessanti commenti, vorrei qui evidenziare un punto strettamente inerente la particolare temperie di agitazione, confusione, bruttezza, violenza, volgarità, banalità e disonestà che, in verità non da oggi, stiamo vivendo sul nostro pianeta (forse anche noi non perfettamente innocenti). L’enfasi da me posta sulla bellezza del gesto marziale, che non vuole in nessun modo sminuire l’importanza dell’efficacia del medesimo, ha pertanto una sua ben precisa ragione. Tutti conosciamo le famose parole del principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij: «La bellezza salverà il mondo», laddove la parola “bellezza” credo implichi un significato che va ben al di là, o, meglio, al di dentro di una mera bellezza esteriore, del resto impossibile senza un nucleo interiore, impercettibile ed impalpabile di bellezza che irradi verso l’esterno.

     Prima di procedere sulla traccia della Bellezza (dunque della Bontà e della Verità) è necessario tenere presente che, secondo un corretto comportamento, l’Efficacia del gesto marziale è perseguita soltanto all’interno del Dojo e, in ogni caso, con le accortezze dovute: nel Kendo la spada è di bambù, il praticante è protetto da un’armatura, i colpi permessi sono soltanto quattro, nei Kendo no kata i colpi vengono stoppati; nello Iaido l’avversario è addirittura invisibile; nel Karate e nel Kung Fu, immagino (non sono un esperto), i colpi non sono portati a fondo altrimenti la loro “efficacia” influirebbe vistosamente sul numero e sull’aspetto dei praticanti! È quindi assai improbabile che un budoka, a meno che non sia un pericoloso esaltato, se ne vada in giro fuori del Dojo per cercare l’occasione di prendere “efficacemente” a pugni e calci qualcuno o di tagliarlo in due con una spada. Di conseguenza, ecco che l’Efficacia, pur con tutta la sua fondamentale importanza, se ne deve stare ben chiusa nel Dojo, per dare il suo contributo alla Bellezza (quindi alla Bontà e alla Verità), non meno di quanto la Bellezza, in quanto Armonia e Precisione, debba contribuire all’Efficacia.

     Ma allora, si dirà, fuori del Dojo, cioè nell’altro Dojo che è il mondo, cosa succede? Succede che, a mio avviso, debba necessariamente prendere il sopravvento la Bellezza: il mondo, non sarà salvato dall’Efficacia marziale bensì dalla Bellezza, che può  e deve essere anch’essa efficace, non però in senso marziale, bensì, diremo così, in senso persuasivo: è la Bellezza quale Luce-Forza interiore del Gentiluomo, cioè la sua megalophrosine (grandezza d’animo), la quale, pur essendo egli esperto ed efficace nella marzialità, vince (ma è la Bellezza che vince nell’uomo, e non l’uomo di per sé) senza dover sguainare la spada o tirare un pugno o un calcio, cioè senza ricorrere all’efficacia della tecnica. Oltretutto, l’efficacia marziale, ovvero il saper uccidere, non può disgiungersi dall’efficacia della Compassione perfetta, ovvero del saper dare la vita: a rigore, soltanto chi sa ridare la vita può toglierla, e va da sé che questo duplice potere non sia proprio a portata di mano, e forse esiste soltanto nelle Leggende, a riprova della sua irraggiungibilità e a monito degli uomini d’arme.
     Insomma nell’uomo, per dirla in breve, Marte senza Venere (la Bellezza) è rude e cieco, mentre Venere senza Marte è debole ed indifesa. Ma a questo punto mi permetto di attrarre l’attenzione degli amici lettori anche su… Minerva!  

      Ricollegandomi ai commenti del signor Bruno e del sig. axelbon, mi sembra di poter rilevare come la preminenza dell’efficacia marziale, di cui sono convinti, abbia impedito loro di cogliere appieno il contenuto de “Il Bel Gesto”. In altri termini, il porre l’accento sull’efficacia del gesto marziale ha comportato la dimenticanza che, almeno nell’Arte della Spada, si tratta anche di un gesto minervale: non solo Marte, non solo Venere, bensì anche Minerva, dèa, sì, armata, scaturita dal cerebro di Giove, ma soprattutto dèa della Sapienza, ispiratrice del giusto agire, che colpisce la roccia con la sua lancia e fa scaturire l’olivo simbolo d’illuminazione, medicamento e nutrimento: doni decisamente trascendenti la pura marzialità ed anzi trasfiguranti la medesima nonché colui che la esercita: Bushi no Nasake: la Gentilezza e la Compassione del Guerriero: virtù nelle quali si estrinseca la Bellezza interiore, la quale – è questo il punto importante – va formata (o risvegliata come la Bella Addormentata?) attraverso il Bel Gesto fisico-esteriore (il Principe Azzurro?). Di fatto, la Bellezza, come l’Efficacia, non cessa di costituire un (necessario) concetto, sino a ché con l’esercizio fisico tale concetto non cominci a prendere corpo, investendo subito la mente di tale (grado di) realizzazione. Si: il concetto mentale orienta il corpo che lo realizza riverberandosi nella mente: il concetto è lo specchio del corpo, il corpo è lo specchio della mente, la mente è lo specchio del… Tutto.

     A proposito, poi, del «"qualcuno" che sta lì a guardarsi ovvero a valutare se il gesto sia bello o meno», forse il signor Bruno ha sorvolato laddove scrivo: «Il Bel Gesto è un incantesimo che lo spadaccino fa a se stesso: sciogliendo il proprio ego attraverso l’attenzione sferica dello spirito, zanshin» e «dopo che le tecniche, waza, studiate per lunghi anni, sono state assimilate sino a “dimenticarle”», donde dovrebbe evincersi (ma forse mi sono spiegato insufficientemente) come nello studio del Bel Gesto, e, s’intende, ad un elevato livello dell’Arte della Spada, e quindi anche dell’Efficacia (che io non ho raggiunto, ragion per cui procedo per intuizione), quel “qualcuno”, che per di più cerca di “ricordare” le tecniche per renderle “efficaci”, è del tutto sparito. In merito, invito il signor Bruno, il signor axelbon e tutti il lettori considerare o riconsiderare quanto è proposto in WAZA e RIAI del 30 Dicembre 2010. 


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