Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigō Sensei durante la Pratica Zen al Tora Kan Dōjō.
Per un momento ho posato il mio sguardo su di voi e ho
visto dei Buddha.
Ho visto dei pilastri che sostengono il cielo radicati saldamente alla terra.
Non possiamo neanche immaginare quanto questo sedere
insieme nutra la nostra vita, quanto il sigillo del Buddha, che si imprime nel
nostro corpo e nella nostra mente quando sediamo, lavori nella nostra vita. Quanto
questa schiena dritta ci verrà in soccorso, ci sosterrà, quando il peso della
vita sembra opprimerci.
Se lo Zazen diventa davvero il centro della nostra
vita, molte cose si semplificano, molte preoccupazioni scompaiono.
Quando sentiamo che lo Zazen nel Dōjō è un ulteriore
impegno che si aggiunge ad altri, allora vuol dire che non ne abbiamo fatto il
centro della nostra vita e non potrà funzionare.
Durerà forse per un po', poi quando le nostre aspettative rimarranno deluse
abbandoneremo la Pratica.
Se lo Zazen non diventa il centro della nostra vita, non può funzionare.
Quando vi disponete al centro, come per il colonnato
di San Pietro, se vi disponete sui due punti centrali della Piazza, vedrete
tutte le colonne allineate. Finché non vi sarete collocati in quel punto non
potrete vedere l’allineamento, l'ordine...
Altrettanto accade nella nostra vita, quando facciamo
dello Zazen il centro e lì dimoriamo, tutto nella nostra vita si allinea e
ordina armoniosamente intorno al nostro Zazen.
Quando poi si chiude la porta del Dōjō e ci sediamo insieme
so che siamo tutti in salvo, e anche questo mondo trova pace e salvezza.
Gasshō
registrazione e trascrizione a cura di Monica Tainin
De Marchi
© Tora Kan Dōjō
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