tag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post5432641786363538416..comments2023-07-22T09:41:52.445+02:00Comments on Ken Zen Ichinyo: Ze(ma)NBlog IOGKF Italiahttp://www.blogger.com/profile/09969894992598004165noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post-12157896951623476912014-10-12T11:36:35.471+02:002014-10-12T11:36:35.471+02:00Ciao scusa per il ritardo, avevo perso questo arti...Ciao scusa per il ritardo, avevo perso questo articolo. Non sono religioso ma mi ritengo parte di ciò che mi circonda. L'empatia è alla base della vita, nessun essere è solo, siamo parte di un tutto e dovremo completarci con esso. Se questa per molti è religione allora chiamami pure religioso, ma per me questa è una legge naturale che è alla base della conoscenza e della vita. Siamo un evidente parte del tutto e la religione si appropria di questa legge che è, in realtà, già dentro di noi in quanto siamo figli di un unione, e questa legge si chiama "coscienza". Il problema semmai è che facciamo di tutto per differenziarci o, peggio ancora, che esaltiamo solo alcuni aspetti della vita (vedi la vittoria o la caduta). La vita è un continuum (un cerchio), non c'è vita nella stasi, il moto equivale ad essere nel mondo, esserne parte. La caduta così come la vittoria sono parte della vita, allo stesso modo la salita è anche discesa. Mi dispiace trovare definizioni di questo motto che si fermano al "riprovarci ancora" (prova a fare un search su google anche tu) perché capisco che allora stiamo andando nella direzione sbagliata. Direzione che contempla solo l'ostinazione dell'io, l'incitamento nel continuare il raggiungimento di una meta personale (molte volte materiale) che difficilmente contempla il NOI.<br />Si dice che gli alchimisti nel medioevo avevano la chiave per trasformare il carbone in diamante. In realtà credo che questa sia la base dell'equazione della vita, per vivere bisogna filtrare il mondo (il carbone) e (ri)unirci ad esso, per trovare la pace (il diamante). Carbone (caduta, male) e diamante (ascesa, bene) sono parte della vita e sono la stessa cosa, a noi il compito di "filtrare". Non potremo mai riuscire a vivere se non immagazziniamo l'ascesa e la caduta come parte del ciclo della vita. In ultimo potrei scomodare anche l'equazione di Fibonacci, ma rischierei di essere un po' pesante. Tuttavia come vedi ogni religione, ogni filosofia, ogni studio ermetico verte solo e sempre su un concetto semplicissimo, che è la base della vita, ovvero la nostra coscienza o meglio ancora l'empatia. Esattamente come il cerchio che è una delle forme più semplici ed è quella che meglio descrive la nostra vita (anche secondo mote religioni). Alla fine di tutto il discorso è davvero semplice e banale, ma ostinatamente noi vorremo che sia complicato solo per esaltare la nostra mente e il nostro io. Questa è secondo me la religione. Ovvero un'esaltazione della nostra presa di coscienza, nonostante il succo del discorso sia veramente semplice come un cerchio.<br />Grazie a te per questa interessante conversazione spero di non averti ammorbato.<br />Francesco.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post-25503779637917096302013-09-26T09:53:53.768+02:002013-09-26T09:53:53.768+02:00Grazie per il tuo interessante intervento, Frances...Grazie per il tuo interessante intervento, Francesco, in quel che scrivi trapela evidente uno spirito religioso... non so casa tu intenda con il 'non essere religioso'.<br />Si può dire tutto ed il contrario di tutto visto che utilizziamo i i nostri 'illusori' sensi.<br />Si può anche dire, parafrasando il Sutra del cuore, non c'è cadere nè rialzarsi, nè nascita nè morte...Taigōhttps://www.blogger.com/profile/08959781768244035003noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post-42930266169234287382013-09-26T09:38:07.435+02:002013-09-26T09:38:07.435+02:00Non sono religioso ma questa frase/poesia mi ha se...Non sono religioso ma questa frase/poesia mi ha sempre interessato. Non seguo nessun tipo di religione in quanto non vedo e non credo in religioni imposte da filosofi, preti, papi e re. Credo che ognuno di noi deve essere capace di guardare dentro e intorno, capendo il legame che ha con il prossimo e con il mondo. Chiamatelo istinto di sopravvivenza, che poi è quello che ci porta a fantasticare su dio e creare le religioni per spiegarci quanto è complicato il nulla o l'infinito, e rincuorarci del fatto che ogni nostra azione deve essere espiata, comandata e gestita da una religione o da un dio. Detto questo, mi interesso di tutto quello che mi appassiona cercando di ampliare il mio modo di vedere le cose e di essere al mondo e questa poesia mi ha da sempre impressionato. Banalissimo è leggerla nella maniera lineare del rialzarsi dopo la caduta, in realtà la caduta è parte della vita così come nello yin yang il male è componente del bene. In tutte le religioni orientali l'uomo si bilancia sul bene e sul male quindi anche in questa frase dobbiamo vedere i poli opposti come parte del tutto. Non riuscirai più a rialzarti solo quando sei morto, la vita è nella capacita di essere entrambe le posizioni, caduta e in piedi. la vita è nel moto continuo tra le due posizioni, non c'è vita nella stasi. Apprezzare la caduta come parte dell'eterno dondolio, così come lo stare in piedi. Così come la notte è parte del giorno, e l'alternarsi tra buio e luce genera la nostra giornata. Non è un esortazione ad agire, chi ci vede un agire si ferma all'apparenza, è un esortazione ad essere.<br />Francesco.<br /> Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post-80674442307152935142013-02-07T22:04:25.488+01:002013-02-07T22:04:25.488+01:00né si cade e né ci si rialza: O.né si cade e né ci si rialza: O.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7679620442564739483.post-3797124210975713762012-06-29T20:54:23.691+02:002012-06-29T20:54:23.691+02:00anch'io sono sempre molto colpita da questo af...anch'io sono sempre molto colpita da questo aforisima: 7 volte cadi e 8 ti rialzi...è una spinta ad andare oltre, e muove la più profonda motivazione dell'essere umano: l'agire. Il moto, il movimento, la pratica.. è l'azione che rende l'essere umano autenticamente libero..concordo con il fatto che l'uomo abbia una intrinseca tendenza a superare le problematicità e "a rialzarsi"...persino i sintomi patologici possono essere letti come una risposta creativa ad un ambiente esterno difficile, in quanto è comunque un modo per rialzarsi, anche se non funzionale per i canoni oggettivamente prestabiliti....persino la folla è considerata, da una corrente della psichiatria, l'estrema ribellione dell' io nei confronti della realtà: di fronte ad una realtà che non ci piace e che non accettiamo, ce ne creiamo una alternativa...è anche questo un gesto creativo ( anche se estremamente destabilizzante)... l'equilibrio tra la ricerca del benessere soggettivo e l'integrazione sociale è in continua precarietà, come la bambola senza gambe e con la pancia ovale che sopramensionavi...d'altra parte, come sosteneva Aristotele, "colui che non vive in società, o è una bestia o è un semidio"...e noi che non siamo ne' bestie nè semidei, continuiamo a dondolare , a cadere, a rialzarci, ad agire...<br />MimmaAnonymousnoreply@blogger.com